Un tranquillo pomeriggio d’autunno di Laura Zuccaro

Era un tranquillo pomeriggio d'autunno, aveva smesso di piovere, stavo passeggiando in
via Etnea quando, sullo stesso marciapiede, mi vennero incontro due grandi orecchie di
coniglio.
Sulle prime pensai di aver preso un abbaglio. Mi strofinai gli occhi, inforcai gli occhiali da sole
per schermare i raggi che facevano capolino dalle nuvole e guardai nuovamente in quella direzione.
Le orecchie erano ancora là insieme al loro proprietario, un morbido coniglio bianco con una macchia nera sul muso. Cosa ci faceva un coniglio in piena città? E come mai non tentava di nascondersi?
Mi guardai intorno: gli altri passanti non sembravano aver notato nulla di insolito. Una giovane mamma, sguardo stanco, camminava assorta spingendo una carrozzina. Un gruppetto di ragazzi caracollava allegramente verso la Villa Bellini. Un anziano signore con un volpino al guinzaglio passava proprio allora accanto al coniglio. "Ecco", mi dissi, "ora il coniglio fuggirà". E invece il coniglio rimase immobile. Il cane si fermò ad annusarlo per un attimo e proseguì la sua passeggiata.
A questo punto il coniglio si rizzò sulle zampe posteriori ed agitò le orecchie. Poi si girò in direzione opposta, fece un piccolo balzo in avanti e si voltò a guardarmi come se volesse invitarmi a seguirlo.
Cosa potevo fare a quel punto se non seguirlo? Mossi un paio di passi e il coniglio iniziò a saltellare in direzione di Piazza Roma. Giunto all'incrocio, si voltò a sincerarsi che lo stessi seguendo ed attese che lo affiancassi. Quando lo raggiunsi, alzò il capo verso di me, fissando intensamente i suoi occhi nei miei.
In sottofondo sentivo il rumore del traffico, avvertivo confusamente la presenza di persone intorno a me, ma tutta la mia attenzione era calamitata da quei due occhietti neri. Il coniglio girò nuovamente la testa verso il marciapiede opposto, con un balzo formidabile lo raggiunse e si allontanò saltellando.
Le macchine sfrecciavano veloci davanti a me, ma sentivo che dovevo seguirlo. Incurante del pericolo, decisi di attraversare la strada. Non appena poggia il piede sulla carreggiata, però, tutto quello che c'era intorno a me svanì nel nulla e mi ritrovai su una spiaggia rischiarata dalla pallida luce della luna.
Alle spalle della spiaggia sorgeva una maestosa foresta, l'aria profumava di fiori, versi di animali si rispondevano da un albero all'altro. Il coniglio iniziò a parlare: "Benvenuta nel nuovo Eden. La terra è prossima alla fine e solo in pochi riescono a sentire le sue richieste d'aiuto. Tra i tanti passanti, tu mi hai notato lungo la via; tu farai parte della schiera di illuminati che vedranno ancora sorgere il sole".
Incredula mi guardai intorno; dalla foresta iniziarono a sbucare altri conigli bianchi, ognuno seguito da una persona. In lontananza si sentì un enorme boato; mi girai verso il mare e vidi un enorme fungo di gas stagliarsi nel cielo. Il sole nel frattempo faceva capolino dall'orizzonte.

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