Un dono casuale

di Katia Fundarò

"Ai tempi del Coronavirus", così avevo iniziato l'ennesimo incipit. Mi costrinsi a mantenerlo questa volta, e ci scrissi sotto qualche riga, sempre la stessa per battere sui tasti del pc e darle l'impressione che stavo lavorando.
Quella sera, mentre leggeva, era diversa. La luce della lampada risultava particolarmente calda, e le sfocava inusitatamente le rughette del broncio. Era il solito broncio che metteva ogni pomeriggio tardo, quando non poteva leggere in pace, perché Scotto le chiedeva di salire sul divano, alla temperatura ideale, accanto a lei. Allora iniziava un gioco di potere che il cane avrebbe comunque vinto, non certo per stanchezza di lei. Incurvava la schiena piantando le zampette bianche anteriori, a mo' di minaccia, ci infilava la testolina candida, raddrizzava le orecchie, puntava il sedere in alto, e muoveva freneticamente la coda. Irresistibile! Scotto, trasformandosi a peluche, poteva così accedere molto velocemente al suo regno: in quelle vesti poteva farsi servo, ed essere suo signore con un solo abitino, e per niente profumato. E lei sembrava pure più giovane, quando fingeva di accondiscendere alle richieste dell'animale: rilassava i doppi solchi della fronte alta, tirandola su fin sopra l'attaccatura grigia, al momento, dei capelli, allargava le gote indecise, producendo un sorriso accennato senza dentatura, e rilasciava la muscolatura delle mascelle già morbide, producendo un rigonfiamento in entrambe le guance che andavano ad incorniciare un prominente, ma pur sempre giovanile, doppio mento.
Io la amavo così, come in quella sera: senza trucchi, senza tacco 12, senza attaccature perfette delle chioma, senza pancera che arriva alle costole, così, semplice, in tuta da jogging trasandata, e con uno slip taglia large che copre tutto, senza dar spazio all'immaginazione. La amavo anche in mezzo a quelle moine, in cui io non ero attore, solo
bieco spettatore.
"Guarda questo cornutello, Giangi, alla fine ci è riuscito a salire sul divano, ha fatto di tutto!", si rivolse a me come se io non avessi assistito, come ogni giorno, al rituale della preghiera del padrone alla sua concubina. "Tesoro lo sai che non sopporta di starti lontano, cucciolo
lui", le risposi io, supportando la sua menzogna, e perché la ricompensa sarebbe stata una cena poetica e non dimagrante: dall'antipasto al dessert, abbondante di carboidrati.
Finalmente si mangia: ha smesso di fare la pantomima, mi dissi, quando con decisione, indicò allo sfrontato di scendere dal divano. Continuai a battere qualche lettera, venne fuoiri iop e rew, più o meno alternate.
Frida si alzò delicatamente, accompagnando il salto del canguro a zampe pelose. Si sporse per dargli una veloce lisciata mentre era ancora sul tappeto fingendo di essere tramortito, e si lasciò cadere il libro che aveva in grembo. Se ne andò verso la cucina, senza alzare lo sguardo su di me che osservavo la scena dalla poltrona sotto le folte sopracciglia, continuando a battere tasti a caso. Sollevato mi toccai la pancia, speranzosa e buttai indietro il capo, sull'alto schienale della poltrona antica. L'avevo acquistata dal mio amico falso antiquario, e Frida aveva preteso di tappezzarla di color grigio ratto, dopo che io le avevo imposto il divieto: "sulla mia poltrona non salirà mai nessun animale!".
"Così potrai mimetizzarti, asino che sei!". A parte questo screzio, all'inizio del nostro rapporto, tutto era sempre filato alla meraviglia. Lei sapeva che io adoravo Scotto, e pure tutti gli animali che non pretendevano attenzione: il topolino in garage, e il gatto strabico e muto della vicina.
Così come lei piaceva a me, dopo tutti gli anni passati insieme, io piacevo ancora a lei. Pure con la mia pancetta appena accennata che mi impediva di infilare la camicia stretch nei pantaloni, e che era meglio tenerla fuori, diceva lei, ma aperta, con una maglietta sotto, altrimenti i bottoni rischiavano di saltare. Era rassicurante sapere che anche i cambiamenti del fisico venivano accolti con rispetto, amore e cura, come i più frequenti mal di schiena, il
problema del gomito del tennista, e un leggero aumento di tartaro sui denti. Mi decisi, trascorsi dieci minuti di pestate su tasti casuali, di andare a far finta di darle una mano in
cucina: mi avrebbe cacciato via malamente, perché, a suo dire, non ero in grado di tagliare una cipolla. Feci per sollevarmi, quando incontrai vicino ai piedi il suo libro aperto. Non leggere e chiudi immediatamente, mi diceva una voce. Un'altra mi diceva, fai finta di sbirciare e dille che ti piacerebbe leggere quel romanzo, per discuterne insieme, tanto di tempo allargato, nell'infinità del coprifuoco casalingo, ne avrete in abbondanza in questi tempi così contratti dalla regalità della crudele convivenza.
Mi ritrovai a leggere un passo sottolineato, e fui costretto ad un'illuminazione, io, a me che la penombra era sempre piaciuta: "La sua trasformazione era iniziata un paio di anni prima, ha detto, quando la moglie, per Natale gli aveva regalato uno Smart Watch. Misurava i battiti del cuore e del polso e le distanze che uno percorreva. (...) strumento che ti fa cambiare carreggiata"
Intanto un orologio è uno strumento con una funzione primaria fondamentale: segnare l'orario. Primo! Secondo: quando mai ci sono orologi intelligenti, che ti segnano i battiti del cuore? Tu lo sai bene, senza orologio, come batte il mio cuore quando ti incontro, pure quando esci dal bagno e non mi lasci la finestra aperta! Come puoi pensare che me ne serva uno, di quelli, smartwatch? Dillo! Era questa la tua intenzione, traditrice!! Ahhhh, come ho fatto ad aver fiducia nei tuoi sguardi? E' possibile che non ti piaccia la pancetta morbida a cui ti aggrappi negli amplessi amorosi pomeridiani, perché di mattina sei un pezzo di legno tu, e la notte sono una mummia che russa io?
Questi pensieri mi passarono come fulmini, e senza lasciar traccia, nella testa. Scotto aveva compreso il mio stato d'animo: era immobile, in silenzio con gli occhi pieni di compatimento. Un uomo, anche lui.
Questa storia doveva essere affrontata!

© 2021 città futura
disegni © Liz Climo
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia