La storia di Sergia

di Elisabetta Granieri Galilei e Salvina Bognanno

Una volta al mese il collegio, al completo, andava ad una gita. I tre docenti preferiti di
Sergia erano tutti per lei. Si avviarono in direzione della campagna inglese con i loro
cestini da picnic, insieme coi ragazzi di altri corsi dell'università che attendevano con
impazienza quel giorno. Anche in quella scuola, maschi e femmine stavano separati,
così come piaceva a suo padre, ma almeno lei era riuscita ad andarsene lontana da
casa e da lui con una scusa e un motivo efficacissimi: per studiare.

Tre anni prima Sergia si era fatta una foto, con quella maglietta della coca-cola che le aveva regalato suo padre. Quando egli la vide, le fece una bella risata: "Hai visto mia cara, c'è mia figlia e c'è il divieto di accesso"!
Sergia aveva guardato la foto, accigliatissima... In effetti c'era un divieto di accesso proprio
sulla sua testa, Assolutamente in pendant con la maglietta tanto amata, rossa e bianca
come i tappi della coca-cola. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: deciso, sarebbe
andata a studiare all'ombra della grande quercia, ma non quella di casa sua, quella
dell'Università di Oxford. Suo padre accolse la notizia con grande disapprovazione,
e certamente... "Mai e poi mai ti pagherò gli studi in Inghilterra, Sei una stupida, I ragazzi ti insidierebbero perché sei troppo bella"!

Sergia continuava a toccarsi la ciocca di capelli che le cadeva scomposta e dispettosa sul
viso, sembrava fragile ma non lo era affatto. Il suo sguardo si concentrò tutto su quel quadro nella sua stanza che ritraeva la bellezza giovane di lord Byron, un quadro sicuramente
fuori posto, in quella casa, ma che lei aveva voluto avere in copia per l'intensità di quello sguardo, la bellezza del volto, la forza volitiva che ne emanava.
Suo padre si ritirò nelle sue stanze, non senza averle fatto l'ennesima odiosa carezza.
Il giorno dopo la ragazza, con il biglietto stampato di notte, fiera dei suoi diciannove
anni e dei suoi suoi risparmi ben spesi, partì, in fuga, diremmo, alla volta di Londra senza salutare nessuno, tanto zia Josepha l'attendeva impaziente.
Volle prendere il treno per progettare la sua vita futura E prese appunti, mentre il paesaggio
nella campagna francese lasciava posto all'ingresso del tunnel sotto la manica.
Avevano parlato in molti di quel viaggio in treno sotto il canale, Ma nulla la rassicurò
come quel percorso buio e pieno solo del sibilo secco e continuo del ferro delle luccicanti
ma buie rotaie.

Ma eccola adesso Sergia, sono passati degli anni da quel viaggio, da quella fuga.
La delicatezza dei suoi lineamenti, lo sguardo curioso e appassionato, contraddicono la sua intima determinazione. Mayfair testimonianza di una vita ricca di obiettivi raggiunti, non ultimo quello economico. I suoi amici arriveranno, tra un po'. Ha ancora del tempo per prepararsi al
party, ricco di invitati, organizzato dal suo amico Peter, per i suoi 40 anni!
Si è svegliata presto,in preda ad un'euforia innaturale, prepara il caffè con la moka, distratta dalle news della BBC: protesta da parte dei disoccupati ed ennesima vittima di femminicidio.
Il profumo del caffè si spande nella enorme cucina bianca, in rovere. Lo versa nella tazzina
ma lo squillo del cellulare attira la sua attenzione, "risponderò dopo", il rito del caffè è più importante, almeno oggi.

Osserva da dietro i vetri l'ampia strada costeggiata da eleganti palazzi in mattoni rossi, l'armonia dell'elegante portico di fronte e la bellezza dei balconi pieni di gerani rossi; in realtà i suoi occhi rivedono quella ragazza fuggita da casa, i suoi successi: Degree, Phd, lavoro prestigioso alla National Gallery.
Indipendente, grazie all'aiuto di zia Josepha, sorella maggiore della mamma. Ripensa ai suoi 20 anni svaniti in un battito d'ali tra studio, esami, lavoro e l'associazione.
L'orrore le si staglia improvviso davanti: la sua migliore amica: Mary vittima di violenza!
Lei, attivista sempre presente, animata da profonda passione nel supportare progetti a
favore di donne vittime di violenza. Sergia ha preso il suo posto modificando e ribaltando la sua giovane esistenza, spendendo ogni attimo della sua esistenza con instancabile energia.
Ripensa a quella sera in cui John aveva ricevuto un'irrinunciabile proposta di lavoro. Le aveva chiesto di seguirlo in Madagascar... ma lei determinata, testarda, ostinata aveva
detto di no.

Soddisfatta? forse! Se li era immaginati diversi i suoi 40 anni.
Ma ne è valsa la pena: lottare strenuamente per i diritti delle donne dal 41 di Curzon
street, le da coraggio, forza ed energia, proseguendo con l'ostinazione che, anni prima, l'aveva condotta a Londra. Il suo sguardo cade sul camino, ravviva la fiamma con l'attizzatoio, il riflesso dei tizzoni ardenti le tinge di rosso il volto e con leggero fremito appoggia la mano sul marmo bianco osservando la foto con la maglietta della coca cola.
Difficile combattere contro la passione, perché tutto quello che vuole lo compra a spese dell'anima.

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