La difficile scelta

di Giuliana Belfiore

Una nottata tumultuosa, mi giro e rigiro nel letto ormai sfatto dai miei continui movimenti.
La mia testa sembra un pentolone in cui rimescolo pensieri discordanti per i quali non riesco a darmi una risposta, o perlomeno ne sono cosciente ma non li accetto.
Mi alzo dal letto, cercando di schiarirmi le idee ma provo sensi di colpa che non mi lasciano in pace; purtroppo è giunto il momento di affrontare con lui il problema.
Lo guardo disteso sul talamo, dorme come un bambino in posizione fetale, chissà cosa sogna; i suoi capelli brizzolati stanno sparsi sul guanciale e il viso porta i segni del tempo.
Una volta mi piaceva sbirciarlo mentre dormiva, adesso tutto mi sembra fastidioso ed insopportabile.
Ormai è da tantissimo tempo che avrei dovuto prendere in mano la situazione; ho provato a spiegargli che tutto tra di noi si è esaurito nonostante ci fossimo ostinati a proseguire in un terreno scivoloso, in cui sono caduta e rialzata tantissime volte.
Mi sono presa cura di lui, delle sue ferite, dei suoi occhi buoni, delle sue insicurezze, della sua ambizione mista a superficialità.
Osservo le pareti pallide del corridoio che hanno visto i nostri visi felici, tristi, arrabbiati, un'infinità di volte.
Mi guardo allo specchio e mi vedo stanca di combattere perché l'insoddisfazione mi sta logorando.
Mi butto sul candido divano, appoggiando la testa su di un cuscino lilla; sento battere il cuore all'impazzata, il mio respiro è affannoso, mi pervade un'enorme mancanza d'aria.
Sono giorni che delle volte l'ansia cresce repentinamente, aumenta la mia paura di perdere il controllo sul mio corpo, comincia a girarmi la testa; ma cerco di razionalizzare, di distrarmi e di allontanare dalla mia mente questo spirito che si prende gioco di me.
La sensazione più brutta e nuova è la fame d'aria, non riesco a respirare a sufficienza; intanto mi rialzo e cammino, dalla sala alla cucina tutto tace, si vedono solo le lucette degli elettrodomestici che sembrano delle lucciole.
Non accendo le luci perché non voglio svegliarlo, ho bisogno di stare da sola nonostante il buio mi schiacci in una morsa.
Ripercorro nella mia mente i primi giorni di convivenza e mi domando come si possa passare dall'entusiasmo alla totale abnegazione di noi due.
Domattina a colazione gli parlerò definitivamente, il mio corpo e la mia mente mi stanno chiedendo questo; devo esorcizzare questo demone che non mi fa più dormire.

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